Tutti Vogliono Qualcosa
Tutti vogliono qualcosa (Everybody Wants Some!!) è un film del 2016 scritto, diretto e prodotto da Richard Linklater e interpretato da Blake Jenner, Ryan Guzman, Tyler Hoechlin, Glen Powell e Zoey Deutch.
Tutti vogliono qualcosa
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Da un film all'altro, passano gli anni e cambia anche la musica: l'ultima, gloriosa stagione della disco (e nella soundtrack spiccano Donna Summer, Chic, Kool & the Gang, Jermaine Jackson), ma anche l'apogeo del punk e della new wave (Cars, Blondie, Pat Benatar, Devo), i primi esperimenti di hip hop (Rapper's Delight dei Sugarhill Gang, cantata in coro dai personaggi in automobile in una delle sequenze iniziali, ma soprattutto non perdetevi la canzone sul finire dei titoli di coda) e il revival di un rock declinato però in chiave più 'radiofonica' e commerciale (Queen, Dire Straits, Van Halen, Foreigner, ZZ Top, Cheap Trick, Knack). Tutti vogliono qualcosa è ambientato infatti nell'autunno del 1980, ovvero all'alba di un nuovo decennio - quegli Eighties che sarebbero poi stati sbrigativamente etichettati come il periodo del disimpegno e dell'edonismo - e, in una dimensione individuale, al principio di una nuova fase nella vita del protagonista.
Jake, biondo, atletico, bello e sorridente, con il volto da perfetto golden boy del ventitreenne Blake Jenner (pescato dal cast della serie Glee), è in procinto di cominciare il college grazie a una borsa di studio per meriti sportivi, e nel venerdì che apre il suo ultimo weekend di vacanza approda nel dormitorio in cui risiederà insieme agli altri membri della propria squadra di baseball. Se La vita è un sogno concentrava desideri, conflitti e passioni dei suoi liceali nell'arco di una singola giornata, Tutti vogliono qualcosa esplora invece un fine settimana di un manipolo di universitari alle prese con serate in discoteca, party (più o meno) selvaggi, svagatissimo ozio, allenamenti, bevute, spinelli, conquiste amorose e timidi corteggiamenti. Attorno ad un'ossatura drammaturgica volutamente esile, Linklater torna quindi a filmare la vita nel suo quotidiano divenire, nell'apparente banalità di "momenti qualunque" a cui il regista americano non manca però di conferire significato. Non con un atteggiamento distaccato da antropologo interessato ai costumi sociali, ma secondo un approccio inclusivo che trasporta lo spettatore accanto ai personaggi (notare in proposito come la macchina da presa sia posta sempre all'altezza degli attori).
Qual è, dunque, la gioventù dipinta in Tutti vogliono qualcosa? Tutti troppo bellocci e wasp per rendere il film un documento davvero realistico, Jake e i suoi compagni corrispondono a un immaginario ben preciso sugli All American Boys a cavallo fra Settanta e Ottanta. Un immaginario che Linklater rielabora non per adagiarsi sugli stereotipi del caso, ma per conferire al racconto un'aura di soffusa nostalgia, unita ad un'affettuosa partecipazione per i suoi protagonisti. È questo, al contempo, il pregio ma in un certo senso anche il limite del film di Linklater: la sua natura di opera lieve ed effimera, perché il soggetto della narrazione è appunto la leggerezza e l'effimero, strumenti volti ad esorcizzare e dissipare qualunque traccia di malessere. È il motivo per cui a Tutti vogliono qualcosa mancano la profondità di sguardo e l'intensità emotiva di Boyhood o della trilogia di Jesse e Céline: questi atleti goliardici e donnaioli si limitano ad accarezzare la superficie delle cose, a restare aggrappati ad illusioni sottoforma di superstiziosi rituali (il fantomatico talent scout che li starebbe scrutando di nascosto fin dal primo allenamento, nelle sembianze di un muratore).
Tutti vogliono qualcosa è infatti un film che parla di passaggi, passaggi della vita che vengono a te e tu te li trovi lì davanti. Lungi dall'essere un film minore all'interno della poetica del regista, o un semplice divertissement come purtroppo a molti è sembrato, è invece un'opera magistrale quanto sottile sulle strategie che il soggetto può assumere di fronte alle frontiere che, come recita la lavagna della prima lezione a cui Plummer e Jake andranno alla fine del film, are where you find them, sono là dove le trovi.
Diretto e scritto da Richard Linklater, Tutti vogliono qualcosa racconta le prime ore al campus universitario del giovane Jake durante i primi anni Ottanta. Con i nuovi amici (e nemici), studenti come lui, inizierà a scoprire la libertà e le responsabilità dell'età adulta nel corso di quello che diventerà il miglior fine settimana della sua esistenza.
Con la direzione della fotografia di Shane F. Kelly, le scenografie di Bruce Curtis e i costumi di Kari Perkins, Tutti vogliono qualcosa ci riporta nei pieni anni Ottanta, un periodo in cui a partire dal settembre 1980 il mondo era in fase di transizione. Negli Stati Uniti, l'ex attore Ronald Reagan, governatore della California, era un serio sfidante del presidente in carica Jimmy Carter, mentre nell'Europa dell'Est gli operai cominciavano a organizzarsi per sfidare l'autoritario regime sovietico. In tale contesto, Linklater ambienta la storia di Jake Bradford che si prepara a vivere il primo anno all'università del Texas, prendendo spunti dalla propria esperienza. Considerato come una sorta di sequel ideale di La vita è un sogno (titolo cult di Linklater che racconta di un gruppo di liceali all'ultimo giorno di scuola nel maggio del 1976), Tutti vogliono qualcosa è un inno agli anni Ottanta e alla vita giovanile del periodo, fatta di tre passioni fondamentali: il sesso, lo sport e la musica. Il titolo, inoltre, fa riferimento alla canzone Everybody Wants Some di Van Halen, un pezzo che esprime perfettamente il senso dell'umorismo e l'ossessione per il sesso dei diciottenni di allora.
Protagonista principale di Tutti vogliono qualcosa è il giovane attore Blake Jenner, chiamato a rivestire i panni di Jake. Quando arriva nella squadra dei giocatori di baseball della sua facoltà, Jake non è molto gradito da Glenn McReynolds (portato in scena da Tyler Hoechlin) e dal suo amico Roper (supportato da Ryan Guzman), studenti del terzo anno. Abituato a essere ammirato per le sue capacità da campione sportivo, Jake intuisce sin da subito che non sarà facile al college imporsi e che la sua posizione da lanciatore non gli favorirà l'integrazione in squadra. Nella squadra giocano anche Willoughby (ragazzo mistico affascinato dal cosmo, supportato da Wyatt Russell), Jay Niles (una sorta di megalomane vulcanico che crede di essere la reincarazione del leggendario Nolan Ryan, con il volto di Juston Street), il giocatore d'azzardo Nesbit (impersonato da Austin Amelio), il coraggioso Billy Autry (interpretato da Will Brittain) e il carismatico oratore Finnegan (a cui presta il volto Glen Powell).
Ed è proprio Finn, mosso dalla passione per il baseball e per il sesso, che prende Jake sotto la sua ala protettiva, facendogli da mentore per l'ingresso in un mondo di libertà fino ad allora sconosciute. Il tour iniziatico di Finn comincia con una tappa nella residenza delle ragazza, dove Jake attira l'attenzione di Beverly, una studentessa di arte dello spettacolo del primo anno. Beverly (portata in scena da Zoey Deutch) è l'esatto opposto di Jake: è un'artista che sa di baseball quanto Jake sa di teatro, ovvero nulla. Tuttavia, l'attrazione è reciproca e i due hanno davanti a loro un fine settimana di tempo per esplorare la forza dei loro sentimenti prima che inizino i corsi e tutti riprendano le loro abitudini.
E allora ecco la modesta proposta che giro a Di Maio e Salvini. Vi vogliono uniti. Unitevi. Per quei due mesi che servono ad approvare la legge elettorale a doppio turno alla francese e non un giorno di più. Poi a rivotare con lo strumento, antico sogno della sinistra, proposto nella Bicamerale, quello che funziona così bene a Parigi e nei nostri grandi comuni. Chi ha il 50% al primo turno passa e poi due settimane dopo il triello diventa duello. Sappiamo bene tra chi. Toccherà agli elettori e non più ai partiti scegliere. Notinmyname? Bene, notinyourname!
Il titolo di Polyphony è stato mostrato nuovamente, in versione PS5, con un downgrade evidente rispetto alla prima apparizione. È questo è normale perché, come sapete, il titolo uscirà anche su PS4 e gli sviluppatori devono pur inventarsi qualcosa per salvare capra e cavoli. Ma nel trailer trasmesso non compare la data di uscita. 041b061a72